(con P. Tagliavini), Regolazione digitale e grammatiche del rischio, Il Sole 24 Ore, 26-06-2025

C’è una parola che attraversa silenziosamente tanto la produzione normativa europea di ultima generazione quanto le policy aziendali dei grandi gruppi industriali: rischio. Ma non sempre parliamo dello stesso rischio. Nella grammatica dell’AI Act, del GDPR o del DSA, “risk-based approach” significa calibrare obblighi e controlli in funzione del livello di rischio per i diritti fondamentali.

Nella logica d’impresa, come ci insegna l’Enterprise Risk Management (ERM) – modello non sempre adottato formalmente da tutte le aziende, ma che rappresenta una svolta culturale verso una gestione integrata e trasversale del rischio – rischio è ogni scostamento dall’atteso, ogni deviazione che impatta sulla capacità dell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi.

Eppure, oggi, queste due grammatiche devono imparare a parlarsi. Perché la nuova frontiera della compliance non è più la mera conformità, ma la capacità di governare l’incertezza.

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