Lo scorso luglio, 46 CEO di grandi aziende europee – tra cui Airbus, BNP Paribas, ASML, Philips – hanno firmato una lettera indirizzata alle istituzioni europee per chiedere una sospensione dell’AI Act, giudicato eccessivamente complesso e potenzialmente dannoso per la competitività dell’Unione.
Nel documento, intitolato “Stop the Clock”, si critica un impianto normativo ritenuto «poco chiaro, sovrapposto e difficile da applicare», chiedendo di rinviare l’adozione delle regole o di attenuarne i contenuti principali.
In risposta, il Prof. Oreste Pollicino – docente di Diritto Costituzionale e della Regolazione dell’Intelligenza Artificiale presso l’Università Bocconi – ha offerto un’analisi puntuale del caso, evidenziando come “uno stop ora non abbia senso, né sul piano giuridico né su quello culturale”.
Una riflessione che tocca i nodi della legittimità, del timing regolatorio e del ruolo dell’Europa nella governance globale dell’IA, in un momento cruciale per l’equilibrio tra innovazione e diritti fondamentali.
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